Pioppo nero

La mia storia è millenaria, la possiamo far risalire al periodo greco e infatti secondo questo popolo segnavo il confine tra la vita e la morte, questa cosa che ha sempre terrorizzato tutti gli uomini che infatti evitavano di passare sotto di me, perché credevano che sarebbero finiti nell’aldilà e che non sarebbero mai tornati nel mondo dei vivi…onestamente ora che ci penso la cosa mi fa molto ridere…anche se all’inizio questo aspetto  mi metteva molta tristezza. 

Il popolo romano mi dimostrò  grande rispetto e considerazione, facendomi passare dalla solitudine nei boschi all’ingresso  nella vita mondana nelle piazze  con tutti gli altri miei simili; i  latini mi chiamavano infatti  “populus” nel senso di “albero del popolo”; a quel tempo ero molto utile e apprezzato, abbellivo le piazze e spesso molte coppie si sedevano all’ombra delle mie fronde, a volte tutta la notte, non rimanevo quasi mai da solo anche se succedeva che  mi sentissi  il terzo incomodo! In realtà mi ponevo  come una madre che ha  il dovere di proteggere chi stava sotto di me da qualsiasi evenienza. 

Pensate che onore per me quando,  intorno al Cinquecento, Leonardo da Vinci scelse una tavola di legno di pioppo per dipingere il famoso ritratto della cosiddetta Gioconda, un vero capolavoro “tascabile” di soli  77 X 55 centimetri!

Quando arrivò quel tiranno di Napoleone, pensò bene di utilizzarmi piantando pioppi in grande stile un pò lungo tutte le strade percorse dalle armate francesi,  per creare ombra ai suoi soldati che  dovevano lungamente  marciare, e questo ha contribuito a farmi avere grande diffusione in tutta Europa.

Il posto che occupo ora a San Bonifacio da circa 30 anni  mi piace molto, nessuno mi manca di rispetto né mi sfrutta,  anzi tutti mi ignorano e così me ne sto tranquillo a guardare chi passa. 

Il pioppo nero è scientificamente chiamato “Populus nigra” (“populus” cioè dei popoli, perché i Romani lo piantavano nei luoghi pubblici e lungo le strade, e “nigra” per il colore scuro della corteccia). In Veneto è conosciuto con il nome di “Piopa” o “Albara”. 

È originario dell’Europa centro-meridionale e delle regioni asiatiche occidentali; in Italia è una specie autoctona molto diffuso ovunque. Cresce principalmente in luoghi caldi e umidi, in prossimità di fiumi e laghi, perché è in grado di sopportare brevi inondazioni.  

Il tronco è dritto con corteccia grigia scura che con gli anni tende a schiarirsi e a rompersi formando delle fessure. 

La chioma è larga e ramificata verso l’alto. Può raggiungere i 25-30 metri di altezza e la sua età media è di 90-100 anni. 

Il pioppo è una pianta caducifoglie (cioè le foglie nascono nel mese di marzo e cadono ogni anno nella stagione sfavorevole) e ha fiori e frutti.

Le foglie sono verdi con il bordo seghettato e sono disposte a spirale lungo i rami; quelle vecchie hanno una forma ovale, quelle giovani sono triangolari. Il picciolo della foglia è lungo circa 8 cm e nelle foglie giovani ha un colore rossastro. Alcuni insetti creano sui piccioli dei rigonfiamenti in cui depongono le uova danneggiando la pianta. Il pioppo, per liberarsene, blocca il trasporto della linfa facendo cadere la foglia malata.

I fiori femminili e i fiori maschili, entrambi raggruppati a grappolo, si trovano su due individui diversi: i fiori femminili sono più corti e verdi, mentre quelli maschili sono lunghi e gialli.

Il pioppo nero ha anche dei frutti, ma non sono mangiabili: sono legnosi e quando sono maturi si aprono in due, facendo uscire dei piccoli semi ricoperti da peli bianchi che permettono loro di essere trasportati dal vento.  

Vari sono gli utilizzi della pianta: le gemme possono essere impiegate in campo medico per i loro effetti antinfiammatori mentre il legno viene usato per creare imballaggi per frutta e verdura

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CREDITS: 

Ist. compr. 1 San Bonifacio. , Scuola sec. I grado Bonturi - Classe 3C: Riccardo, Safaa, Gloria, Sefia, Houssame, Alassane, Ledjon, Arshpreet, Mansirat, Ani, Matteo, Irina, Abdul, Abhijot, Chiara, Kawter, Tania, Costanza, Patrick, Ismaele con i prof. T. Mazzaglia, E. Botturi, A. Pontarollo

AMEntelibera ETS, Tecla Soave e Alessandro Capitanio

Anno scolastico 2022/2023